Introduzione - Nel cane, le glomerulonefriti di origine immunomediata rappresentano le patologie primarie pi¥ frequenti a livello renale; d'altra parte la patogenesi delle lesioni renali puÿ essere anche secondaria ad alterazioni vascolari o ad altre malattie sistemiche. Attraverso tecniche di immunofluorescenza, i depositi (immunoglobuline e complemento C3) vengono evidenziati sotto forma di strutture granulari a livello mesangiale o di membrana basale glomerulare (g.b.m.) e permettono di fornire dati supplementari per una possibile ezio-patologia della lesione renale. Materiali e metodi - Allo scopo di stabilire la frequenza di deposizione di IgG, IgM, IgA e C3, sono state analizzate, attraverso tecnica di immunofluorescenza, 74 biopsie renali prelevate da cani con malattie renali diverse. Risultati - I casi sono stati suddivisi in due gruppi sulla base delle caratteristiche istologiche ed ultrastrutturali seguendo i criteri della classificazione delle patologie renali umane fornita dall'OMS: Nefropatie Immuno Mediate (IMN) e Nefropatie Non Immuno Mediate (NIMN). Un'associazione significativa Å stata riscontrata tra il gruppo delle Nefropatie Immuno Mediate e la deposizione di IgG nel mesangio e sulla membrana basale glomerulare, e di IgM solo a livello di mesangio. Il meccanismo di intrappolamento degli immunocomplessi nella sclerosi glomerulare causa la deposizione di IgM nelle Nefropatie Non ImmunoMediate. Discussione - In conclusione, l'immunofluorescenza risulta di fondamentale importanza nelle patologie renali nel cane, cosô come giê avviene nella patologia renale umana, al fine di implementare e migliorare i dati sulla patogenesi e ottenere possibili riscontri sulla terapia.