Nell’ultimo decennio si è evidenziato un crescente interesse in merito alla valutazione e al ruolo delle metastasi linfonodali in corso di malattia oncologica del cane. Questo ha portato dapprima a spingersi verso la diagnosi precoce con la rimozione di linfonodi regionali non clinicamente alterati e, secondariamente, a chiedersi se la sola identificazione anatomica fosse sufficiente a decretare che quel linfonodo fosse il linfonodo drenante l’area del tumore primitivo. Su questa spinta, mutuando quello che negli ultimi 30 anni si è acquisito in medicina umana, anche in oncologia veterinaria si è iniziato a discutere di linfonodo sentinella e di come poterlo identificare. Sebbene gli studi siano ancora ridotti, molte sono le tecniche di mappatura pre- e/o intra-operatorie riportate in medicina veterinaria. Questa revisione della letteratura vuole riassumere tali tecniche, esponendone vantaggi e limiti, come anche analizzare il motivo che deve spingere il chirurgo oncologo verso l’identificazione e la rimozione del linfonodo sentinella.