EDITORIALE - La valutazione nutrizionale del cane e del gatto nella pratica clinica

È chiaramente dimostrato che una corretta nutrizione svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione e promozione della salute del cane e del gatto, così come nella gestione di numerose patologie1. Ma come si nutre correttamente un cane o un gatto? Questa è senza dubbio una delle domande che sempre più spesso viene rivolta al medico veterinario da parte del proprietario. Questo mette in luce due aspetti importanti: primo fra tutti, il proprietario è consapevole del fatto che alimentare in modo adeguato il proprio pet garantisce una migliore qualità di vita dell’animale2, inoltre, il veterinario è un riferimento importante per raccogliere informazioni sulla nutrizione di cane e gatto. Quest’ultima affermazione è tutt’altro che banale, poiché sempre più proprietari si affidano a internet o a figure professionali che ruotano attorno al mondo del cane e del gatto ma che non sono medici veterinari. Per questo motivo, è importante che il veterinario sviluppi una solida conoscenza sulla nutrizione di base del cane e del gatto che gli permetta di trasmettere al proprietario informazioni chiare e precise. A sostegno dell’importanza della nutrizione nella pratica clinica veterinaria, nel 2011 la WSAVA (the World Small Animal Veterinary Association) ha sviluppato delle linee guida per la valutazione nutrizionale del cane e del gatto, da utilizzare come strumento per ottimizzare la salute e il benessere dell’animale3. Questa iniziativa parte dalla consapevolezza che includere tale indagine nella pratica ambulatoriale quotidiana è fondamentale per il mantenimento della salute dell’animale, così come per il monitoraggio della risposta del paziente alla malattia. Oltretutto, la valutazione nutrizionale è rapida, non invasiva e per nulla onerosa, poiché è inclusa nella normale raccolta anamnestica e nell’esame obiettivo generale che normalmente il veterinario effettua su ogni paziente. Le indicazioni della WSAVA prevedono che la valutazione nutrizionale del paziente si componga di uno screening iniziale condotto su qualsiasi paziente e di un eventuale accertamento secondario più approfondito3. Obiettivo dello screening iniziale è verificare che il paziente goda di una condizione nutrizionale adeguata. Questo non vuol dire semplicemente assicurarsi che la dieta che assume soddisfi i suoi fabbisogni energetici e nutrizionali giornalieri, infatti, durante la visita clinica, è importante prendere in considerazione tutti quei fattori che condizionano lo stato nutrizionale dell’animale. Questi fattori sono legati all’animale stesso (età, stato fisiologico, attività fisica svolta), alle caratteristiche della dieta (adeguatezza nutrizionale e sanitaria), alla gestione alimentare che l’animale riceve da parte del proprietario (regime alimentare utilizzato, numero dei pasti, quantità di cibo somministrato giornalmente, impiego di snack, uso di integratori) e all’ambiente in cui vive (chi alimenta il cane/gatto principalmente, presenza di ulteriori fonti di approvvigionamento di cibo per l’animale, presenza di altri animali in casa, presenza di arricchimenti ambientali). Altri elementi che devono essere considerati durante la visita clinica sono il peso, il body condition score (BCS), il muscle condition score (MCS), la condizione della cavità orale e dei denti, la qualità di cute e mantello3. Da questo primo screening è possibile individuare soggetti per i quali è necessario porre particolare attenzione nel monitoraggio dello stato nutrizionale, senza però dover ricorrere a valutazioni più approfondite poiché il soggetto è sano (e.g. gatto sterilizzato indoor; femmina in gravidanza o in lattazione; cucciolo in accrescimento). Tuttavia, è possibile che il veterinario evidenzi dei fattori che pongono l’animale a rischio di presentare una particolare condizione (anche patologica) in grado di influenzare significativamente il suo stato nutrizionale. Questi fattori sono rappresentati da: malattie pregresse o attuali, assunzione di farmaci o integratori alimentari, uso inadeguato di snack, impiego di diete non convenzionali (e.g. casalinga, vegetariana, BARF o simili), BCS o MCS inadeguati, rapido cambiamento del peso, alterazioni della funzionalità gastroenterica, cattiva qualità di cute, pelo e dentatura3. In questi casi sarà necessario procedere ad un accertamento nutrizionale più approfondito, che consiste nel mettere in atto una serie di approfondimenti anamnestici e diagnostici sull’animale, sulla sua dieta, nonché sugli aspetti di gestione da parte del proprietario, come indicato in modo dettagliato nelle stesse linee guida di WSAVA3. Il monitoraggio della condizione nutrizionale del paziente, sia esso sano, malato o ospedalizzato, è un altro importante aspetto che dovrebbe entrare nella routine della pratica veterinaria quotidiana. Nei soggetti sani la frequenza del monitoraggio dipende dall’individuo poiché soggetti in accrescimento, anziani, in gravidanza o lattazione andranno valutati con una certa costanza e regolarità. In questi casi è comunque possibile suggerire al proprietario di verificare abitualmente l’assunzione del cibo, l’appetito dell’animale, il peso e il BCS, i segni gastroenterici, l’attività fisica svolta e l’aspetto generale3. Dopo lo screening iniziale, nei soggetti per i quali è indicato un accertamento più approfondito, sarà necessario attuare un monitoraggio regolare di tutti quei fattori in grado di condizionare lo stato nutrizionale dell’animale menzionati in precedenza. Un monitoraggio frequente di BCS e MCS sono consigliati nel caso di patologie che si associano a score non ottimale. Nei soggetti ospedalizzati, invece, il monitoraggio deve essere eseguito giornalmente. Infine, è opportuno ricordare quanto importante sia la comunicazione con il proprietario, anche quando si interviene con delle modifiche della dieta e del regime alimentare4. Per avere maggiore garanzia di ottenere i risultati desiderati, il proprietario andrà coinvolto e motivato, fornendo una chiara spiegazione degli obiettivi proposti che giustificheranno la necessità di rispettare il rigore della nuova dieta e dei vari controlli previsti dal followup. Il coinvolgimento dei proprietari si ottiene in modo efficace pure dimostrando e insegnando loro come misurare BCS e MCS sul proprio cane o gatto ed esortandoli a fornire al veterinario aggiornamenti regolari (possibilmente settimanali) sulla condizione dell’animale. In conclusione, la valutazione nutrizionale del cane e del gatto rappresenta un aspetto fondamentale della cura del paziente. Vista la sua praticità e rapidità di esecuzione, tale indagine dovrebbe essere inclusa nella pratica ambulatoriale quotidiana e dovrebbe essere eseguita su tutti i pazienti, senza richiedere tempi e costi aggiuntivi per il veterinario. 

BIBLIOGRAFIA

1. Hill RC. Conference on "Multidisciplinary approaches to nutritional problems". Symposium on "Nutrition and health". Nutritional therapies to improve health: lessons from companion animals. The Proceedings of the Nutrition Society 68:98-102, 2009.
2. Deng P, Swanson KS. COMPANION ANIMALS SYMPOSIUM: Future aspects and perceptions of companion animal nutrition and sustainability. Journal of Animal Science 93:823-834, 2015.
3. Freeman L, Becvarova I, Cave N et al. Nutritional assessment guidelines. Journal of Small Animal Practice 52:385-396, 2011. 
4. Cornell K, Brandt JC, Bonvicini K. Effective communication in veterinary practice. Veterinary Clinics of North America: Small Animal Practice 37:1-198, 2007.

Additional Info

  • Authors: Ricci R.
  • Authors note: Rebecca Ricci, Med Vet, PhD, Dipl. ECVCN
  • Year: 2016
  • Reference: Veterinaria Year 30, n. 4, August 2016
  • Pages: 195 - 196
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