EDITORIALE - Chi fa, sbaglia!

I proverbi condensano in poche parole realtà che ogni essere umano sperimenta in modo più o meno cosciente nell’arco della vita. I medici si confrontano con l’errore in ogni momento della loro professione e, tra questi, i chirurghi, che agli occhi dell’opinione pubblica simboleggiano «l’arte» sanitaria per eccellenza, sono chiamati ad affrontare l’evidente rischio che scaturisce dalla confluenza del «dover fare» con il «poter sbagliare». Il chirurgo veterinario, non sfuggendo a questo dilemma, è chiamato a fronteggiarlo con i cari vecchi strumenti di qualsiasi professionista: Scienza, Coscienza ed Esperienza. La Scienza è oggi fortunatamente a disposizione di tutti. La bibliografia e la formazione pre e postuniversitaria forniscono alle domande «quando, cosa e come fare?» molteplici e sempre più aggiornate risposte corredate da metodologie tese ad evitare errori e prevenire complicazioni1. La Scienza è però inutilizzabile senza la Coscienza individuale. È opportuno riconoscere il proprio livello di competenze oltre il quale scatta la necessità di elevarle, ampliando la nostra Scienza, o di prenderne atto, limitando gli interventi alle nostre reali capacità e delegando a specialisti procedure o complicanze più complesse. L’Esperienza, intesa come l’insieme degli insegnamenti che tutti noi abbiamo ricevuto dalle conseguenze dei nostri errori, è un’alleata preziosa ma non può essere accumulata, e dunque usata, senza la capacità di riconoscerli. Non sembri strano che questa triade assuma importanza fin dalle problematiche apparentemente più comuni che ci vengono proposte dalla pratica quotidiana quali sono le ferite e la chirurgia plastica ricostruttiva, argomenti di questo numero di “Veterinaria”. In queste situazioni l’impellenza del «fare» comunque qualcosa per «soddisfare» la percezione del proprietario di trovarsi in presenza di un problema banale (bastano due punti per suturare o per ricostruire…) può indurci a percorrere scorciatoie potenzialmente pericolose sia per i pazienti che per la nostra figura professionale.
Agli strumenti precedentemente elencati si aggiunge sempre più spesso l’utilizzo di metodologie di lavoro pianificate tramite l’applicazione di protocolli gestionali e procedurali che rendano il percorso diagnostico-terapeutico più semplice e più sicuro, quindi con minori percentuali di rischi e di complicazioni2. Commettere errori è inevitabile ma non provare a limitarli, a qualunque livello di difficoltà, porta ad errori ancora più grandi. CHI FA SBAGLIA, MA CHI SA QUELLO CHE FA SBAGLIA MENO!

BIBLIOGRAFIA
1. Complications in Small Animal Surgery. Griffon D and Hamaide A. 1st edition. Wiley Blackwell, 2016.
2. Annika Bergstrome, Maria Dimopoulou, Mikaela Eldh. Reduction of Surgical Complications in Dogs and Cats by the Use of Surgical Safety Checklist. Veterinary Surgery 45(5) 571-6 2016.

Additional Info

  • Authors: Pisani G.
  • Authors note: Guido Pisani - Med Vet, Dipl ECVS
  • Year: 2016
  • Reference: Veterinaria Year 30, n. 5, October 2016
  • Pages: 259
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