EDITORIALE - Una panoramica sull’aggressività

Cosa significa esattamente il termine aggressività? Si può parlare di aggressività quando un cane morde i pantaloni del suo proprietario mentre corrono insieme nel parco? E cosa dire di un cane che mostra i denti a un bambino che gli si sta avvicinando? Può essere considerato come aggressivo il comportamento di un gatto che soffia a un veterinario mentre cerca di visitarlo? E come bisogna considerare lo stesso gatto che, nel suo ambiente, balza sopra un topo e lo uccide? Chiaramente, la definizione di aggressività può avere numerose sfaccettature. Alla parola aggressività viene frequentemente associata la connotazione di “intenzionalmente cattivo”, ma tale termine è spesso soltanto descrittivo e si applica a un’ampia gamma di differenti motivazioni, alcune delle quali pericolose e altre no. Comprenderne le basi e le manifestazioni in una varietà di contesti, può aiutare nel mettere a punto un approccio razionale al trattamento del comportamento aggressivo dei cani e dei gatti. È difficile individuare una definizione di aggressività universalmente applicabile. In linea generale, può essere definita come un comportamento adattativo, palese o intenzionale manifestato da un individuo per danneggiare o altrimenti «provocare uno stimolo nocivo» nei confronti di un altro individuo1 o, più semplicemente, come «attacco o minaccia di attacco», che può essere aggravato da frustrazione o da stimoli ostili. La caccia, il gioco e la difesa territoriale possono essere tutti etichettati come forme di aggressività, ma dal punto di vista funzionale sono comportamenti ben differenti. In termini evolutivi, l’aggressività svolge un’importante funzione. Se fosse stata inequivocabilmente non adattativa, non ci sarebbero più individui aggressivi. Il termine «comportamento agonistico» può essere utile per descrivere un comportamento adattativo connesso a un contesto o a un conflitto fra due animali, solitamente della stessa specie2 . Sia i comportamenti difensivi che quelli offensivi, compresa la fuga e il rimanere passivi, sono inclusi nella definizione di comportamento agonistico, che può essere espresso, in particolare tra animali in situazioni di competizione per le risorse, attraverso posture di dominanza o di sottomissione, piuttosto che con il combattimento. In condizioni naturali, coloro che usano l’aggressività in modo appropriato, si guadagnano l’accesso a determinate risorse e hanno maggior successo nel riprodurre i propri geni. Il comportamento aggressivo è in genere un comportamento adattativo che, direttamente o indirettamente, offre dei vantaggi agli individui. L’attacco fisico rappresenta comunque sempre una strategia ad alto rischio, a causa delle serie conseguenze che possono derivare dalle eventuali lesioni riportate nella lotta. Gravi traumi o ferite, infatti possono impedire all’animale di muoversi, di alimentarsi e riprodursi, riducendo quindi le possibilità di fitness individuale (trasmettere i propri geni alla prole)3 . Il combattimento è solitamente l’ultima possibilità in termini di strategia difensiva. Non sorprende perciò vedere che l’evoluzione dei diversi sistemi di comunicazione sia basata sull’esibizione di minacce e di posture, che rendono minimo il rischio di un contatto fisico, per risolvere i conflitti. Anche i diversi tipi di vocalizzazione contribuiscono ad aumentare l’efficacia della comunicazione4 . I problemi comportamentali correlati all’aggressività sono più frequenti nel cane che nel gatto, ma dati provenienti da varie fonti indicano che l’aggressività felina è un problema significativo per una percentuale piuttosto elevata di proprietari. In entrambe le specie, la soglia della reazione aggressiva può venire abbassata da fattori stressanti interni o esterni5 . Spesso, infatti, il comportamento ha un’origine multifattoriale e ciò spiega il perché un approccio semplicistico alla terapia dell’aggressività possa rivelarsi pericoloso. 

BIBLIOGRAFIA
1. Moyer KE. Kinds of aggression and their physiological basis. 11 Communications in Behavioral Biology, 2, 65-87, 1968.
2. Borchelt PL, Voith VL. Dominance Aggression in Dogs. The Compendium on continuing education for the practicing veterinarian, 8, 36- 44, 1986.
3. Reisner IR. An overview on aggression. In: BSAVA Manual of Canine and Feline Behavioural Medicine, ed. D Horwitz, D Mills and S Heath, pp. 240-266. BSAVA Publications, Gloucester, 2002.
4. Frank D, Dehasse J. Differential diagnosis and management of humandirected aggression in cats. Veterinary Clinics of North America: Small Animal Practice, 33, 269-286, 2003.
5. Heath S. Feline aggression. In: BSAVA Manual of Canine and Feline Behavioural Medicine, ed. D Horwitz, D Mills and S Heath, pp. 216- 228. BSAVA Publications, Gloucester, 2002.

Additional Info

  • Authors: Palestrini C.
  • Authors note: Palestrini C., DVM, Specialista in Etologia Applicata e Benessere Animale, PhD, Diplom. ECAWBM
  • Year: 2024
  • Reference: Year 38, n. 3, June 2024
  • Pages: 109 - 110
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