L’aggressività può essere una normale risposta ai cambiamenti ambientali, una risposta allo stress o un segno di un disturbo psichico. La classificazione dell’aggressività felina è complessa e può variare a seconda della motivazione, della tipologia di attacchi, della modalità di espressione, mentre la motivazione alla base del comportamento può essere influenzata dallo stato fisiologico, dall’ambiente, da stimoli elicitanti e dall’esperienza pregressa. Il comportamento aggressivo è un sintomo e non la diagnosi: rappresenta la manifestazione di uno stato emotivo; pertanto, una terapia di successo deve basarsi su una valutazione accurata dell’emozione alla base del comportamento. L’aggressività interspecifica si indirizza spesso verso le persone di casa, e può essere motivata da paura, ansia, frustrazione o comportamento predatorio ridiretto, o da una soglia di tolleranza alle manipolazioni bassa. In ambiente domestico, l’aggressività intraspecifica deriva dal declino della struttura sociale felina. La mancanza di controllo su dieta, densità di popolazione, dimensioni e disposizione della casa e delle risorse può generare stress e comportamenti aggressivi. Identificare aggressore e vittima è fondamentale per stabilire una corretta terapia. I conflitti tra gatti domestici spesso derivano da stress sociale, paura e ansia. L’aggressività intraspecifica da paura, causata da scarsa socializzazione, porta i gatti a attaccare per timore, mentre la scarsità di risorse, poste in posizioni inaccessibili e competizione possono scatenare aggressività ansiosa. Nell’aggressività ridiretta, la frustrazione o la paura causano comportamenti aggressivi verso il proprietario o altri animali. La sua intensità varia, ma gli attacchi sono descritti come acuti, seri e non provocati.